Ennesimo giorno che mi fa uscire dal lavoro con un po’ d’amaro
in bocca. Ennesima volta in cui mi si chiede se voglio dedicarmi alla vita
professionale o se la mia priorità è fare la mamma.
Che poi per inciso il mio capo non è male da quel punto di
vista, ma ovviamente, vista la mia risposta, decide sempre di tenermi un po’ in
disparte, di non darmi i progetti migliori. E il brutto è che non riesco a
dargli torto perché io non ho il tempo materiale di lavorarci tanto quanto
fanno i miei colleghi. Loro escono tutte le sere dall’ufficio alle 22.00, vanno
in trasferta 3 giorni a settimana. Io posso essere brava quanto vuoi, ma è
ovvio che non riesco a stargli dietro.
E allora cos’è che mi da fastidio? Boh, forse il fatto di
dover scegliere! Il fatto che ci sia questa competizione in cui io non posso
competere, perché, almeno nel mio settore, gli orari di lavoro sono
completamente non regolati da leggi, e quindi chi non ha famiglia può lavorare
molto di più e automaticamente tagliare fuori chi invece ce l’ha.
Io vorrei essere completamente dedicata sia al lavoro, perché
mi piace, sia alla famiglia, perché ovviamente mi piace ancora di più. E se
devo scegliere non ho dubbi, la priorità la do alla famiglia. Però, visto che
al lavoro comunque ci devo andare, che non posso rinunciare a questi soldi, beh
allora mi piacerebbe lavorare con serenità, senza questa ansia da prestazione!